Solidarietà e uguaglianza: da Sassoli la lezione più grande per la nostra terra

Il mio contributo pubblicato su Primopiano Molise il 17 gennaio 2022

Cogliere le opportunità nelle difficoltà. Quelle opportunità che spetta alla politica prospettare e concretizzare. La stessa politica che ha il grande compito “di disegnare il mondo che vogliamo”. Cito le parole del presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, scomparso solo qualche giorno fa, nel dolore di tanti. Un uomo, un giornalista prima, un politico poi, che ci lascia in dono un’immensa eredità: la sua idea di Europa. Quella per la quale ha sempre agito. Operato. Un’Europa unita, equa. solidale. Capace di porre al centro di tutto “le persone e le comunità”. Attenta alla povertà, alla precarietà, a chi soffre, a chi resta ai margini.

E proprio Sassoli, come anche noi abbiamo più volte sostenuto, vedeva nel Recovery fund non solo “la risposta alla pandemia e agli effetti che ha prodotto, ma anche un’opportunità per realizzare nuovi modelli capaci di fare della sostenibilità il paradigma con cui decliniamo i temi dello sviluppo. È necessario quindi – scriveva nella prefazione del libro di Bendicenti in uscita a febbraio – riappropriarci delle nostre radici e mettere al centro del pensiero un’etica della persona che vada oltre la logica del profitto”. E questo sarà possibile solo “se ognuno riuscirà a fare il proprio dovere, se tutti saremo concentrati sulla ripresa, sulla riduzione delle disuguaglianze e, soprattutto, sull’impegno comune a lasciare alle nuove generazioni un futuro più giusto, con maggiori opportunità”.

Ed è proprio sul tema dell’equità, della riduzione delle disuguaglianze, sociali e territoriali, che mi sono concentrata tante volte, agendo in questa direzione e sulla quale mi soffermo oggi, perché la vera urgenza ora è davvero impedire che la forbice possa allargarsi, che il disequilibrio possa aumentare. Ecco perché è fondamentale, sia a livello nazionale che regionale, essere attenti a tutto ciò. Agire in questa direzione. Ed è per questo che, tante volte, ho sollecitato l’attuale esecutivo regionale a restare vigile. A difendere gli interessi del nostro territorio in una ripartizione delle risorse che, troppo spesso, non è equa.

È accaduto per gli avvisi a valere sul PNRR per gli asili nido, per le palestre degli Istituti scolastici e per il tempo pieno nelle scuole. In tutti e tre i casi, relativi ai diversi bandi, la nostra regione è stata, infatti, sacrificata per errori di calcolo.

Se per gli asili, a causa della stima dell’emigrazione che avverrà entro il 2035, il Molise perde ben 785 posti in meno, per l’abbaglio percentuale contenuto nel Bando relativo alla realizzazione di palestre nelle scuole, alla nostra regione, che ne conta ben 8.397 senza, vanno solo 860mila euro, ovvero appena 102 euro stimati per ogni studente degli Istituti che non dispongono di uno spazio apposito per fare sport. Di certo un criterio iniquo che assegna, invece, alla Valle D’Aosta, unica regione italiana ad avere zero Istituti senza palestre, addirittura poco meno della metà dell’importo destinato al Molise.

Ma la ventesima regione esce assai penalizzata, questa volta insieme alla Puglia e alla Lombardia, anche nel riparto fondi dedicato alle mense scolastiche dove, per il Molise vengono calcolati solo 148 euro per ogni alunno senza mensa, mentre per la Basilicata tale importo sale addirittura a 877 euro per studente. In tutti i differenti casi parliamo di calcoli sbagliati che non pongono in essere la coesione che resta, invece, il vero obiettivo delle risorse del PNRR. Ma logiche errate riguardano anche le due misure del PNRR destinate ai Borghi, cioè ai comuni con popolazione inferiore ai 5mila abitanti. Se per la linea di intervento A, per la quale al Molise, spetterà una somma esigua, la questione è tutta nazionale e mi ha visto chiedere al Ministero dei Beni culturali e all’Anci di rappresentare una posizione per non operare chiavi di riparto, così come allo stesso Vice presidente Cotugno sollecitato a fare lo stesso, la logica relativa al secondo asse di finanziamento è, invece, del tutto locale: parliamo infatti di un’occasione che il Molise ha il dovere di non sprecare e per la quale ho presentato anche un’apposita mozione in Consiglio regionale che, proprio su questo vuole impegnare il presidente Toma.

Un atto che sollecita la Regione Molise ad attivare al più presto un tavolo di coordinamento con gli Enti Locali e il Consiglio Regionale in merito all’Avviso ‘Attrattività dei Borghi’ del MiC, con l’obiettivo di prevedere delle linee guida e progetti che coinvolgano in modo trasversale la maggior parte dei comuni coinvolti.

Ma, con il medesimo atto, intendo anche impegnare ufficialmente e doverosamente il presidente Toma ad emanare un avviso pubblico per la presentazione di progetti aperti agli Enti locali in merito alla Linea A dell’Avviso del MiC, prevedendo criteri oggettivi di valutazione. Badiamo bene: criteri di valutazione e procedura trasparente e non una scelta discrezionale che arrivi da via Genova. In sostanza scelte condivise con il partenariato, che purtroppo da oltre tre anni, ha dovuto rinunciare a ogni forma di condivisione delle decisioni – scellerate – operate dall’attuale esecutivo regionale di centrodestra.

Un esecutivo il cui presidente troppo spesso si lascia andare ad annunci di un futuro che mai si realizza. A proclami di qualcosa che potrebbe ma, guarda caso, poi non è mai. E non è mai perché, il più delle volte i conti non tornano. Ed è il caso del tono trionfalistico usato dal governatore per la ripartizione dei fondi del Pnrr destinati alla sanità e con i quali ha fatto sapere di voler realizzare “case di comunità, assistenza domiciliare e telemedicina, ospedali di comunità, ammodernamento tecnologico e digitale degli ospedali, sicurezza e sostenibilità ospedaliera”.

Toma dimentica però che con una mano prende e con l’altra toglie. Perché ai molisani non racconta come tutto questo era già previsto nella Strategia Nazionale delle Aree Interne – SNAI – per la quale abbiamo però riscontrato come in Molise, alcune SNAI siano state associate completamente alla decisione di cancellare di fatto le misure relative al comparto sanitario, trasversali a tutti i Comuni che ve ne fanno parte.  Questo per la nostra regione significa dover rinunciare alle farmacie o agli infermieri di comunità, a tutti quegli interventi puntuali nei diversi territori come ad esempio l’attivazione di specifici centri antiviolenza o, più in generale alle diverse misure di telemedicina e teleassistenza nei borghi o ancora, a quelle relative alle strutture residenziali per l’assistenza sociosanitaria territoriale. Proprio quelle che oggi Toma dice di voler realizzare! Che strano! E il tutto, paradossalmente, accade proprio quando, all’interno del PNRR, viene attivato l’avviso per la concessione di risorse destinate al consolidamento delle farmacie rurali, destinato ai centri con meno di 3mila abitanti e finalizzato proprio ad ampliare la disponibilità sul territorio di servizi sanitari “di prossimità”.  

E in tutto questo il Molise che fa? Nient’altro che un passo indietro contraddittorio rispetto a quanto ha insegnato la pandemia e quanto portato avanti dal PNRR.  Al Molise non servono annunci e proclami. Presidente Toma, ringraziare non basta, serve invece assumere gli atti necessari per onorare gli impegni assunti. Al Molise servono entrambe le mani tese e, soprattutto, servono risposte ai fatti. Serve che la speranza sia coniugata con un unico e solo verbo: quello del fare. Solo così potremo far divenire nostra la grande lezione che i veri costruttori di un’Europa giusta ci hanno lasciato in eredità.

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