Mancato accesso agli atti del Contratto Istituzionale di Sviluppo: non finisce qui!

In che modo sono stati valutati i progetti che hanno ottenuto i finanziamenti previsti dal Contratto Istituzionale di Sviluppo per il Molise?

Sulla scorta di quali criteri? E quali sono stati i singoli giudizi espressi dai soggetti preposti alla valutazione?

L’ho chiesto, per le vie brevi, alla Regione Molise e a Sviluppo Italia….e niente.
Allora ho proceduto ad una formale richiesta di accesso agli atti….e ancora una volta, entrambi, hanno risposto picche, negando così la possibilità di conoscere come sono andate le cose….nelle segrete stanze.

Toma, arrampicandosi sugli specchi, ha risposto che il punteggio finale e la relativa graduatoria sono stati stilati da Invitalia (sorvolando nel fornire i singoli giudizi espressi dalla Regione Molise).
Peggio, Invitalia ha respinto la mia istanza affermando che un consigliere regionale non ha potere di controllo né di vigilanza sulla loro attività amministrativa.

Combinando le due risposte, appare lampante come né un semplice cittadino interessato a sapere come siano spesi fiumi di denaro pubblico, né un rappresentante delle istituzioni che vuole esercitare il doveroso controllo, possono “avere le carte” e capire come siano andate davvero le cose.

E nel frattempo, il Tar riammette una ditta privata, la Ecomont, per decine di milioni di euro, senza possibilità di conoscere le diverse fasi di valutazione.

Che fine hanno fatto in Italia e in Molise i valori (e gli obblighi) di chiarezza e trasparenza? Perché si continuano a non fornire i documenti? Chi, come e perché ha selezionato alcuni progetti, escludendo tutti gli altri?
Nessuno lo può e lo deve sapere…secondo loro.

Eppure, non è così….perchè se pensano di aver posto una pietra tombale sulla questione, si sbagliano di grosso!

01 Comments

  1. È obbligatorio andare a avanti, praticamente nessuno può e deve sapere!!! È lo stesso modo di fare avuto per la questione carte di credito. Secondo me, di fronte ad
    aun ulteriore diniego, si è costretti a ricorrere all’autorità giudiziaria.

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