Gam, interrogazione urgente in Consiglio
2 aprile 2019 –
I Consiglieri regionali del Partito Democratico hanno presentato un’interrogazione urgente al Presidente della Regione sulle ultime vicende che stanno interessando l’ex Gam.
In particolare, al Governatore Toma è stato chiesto quali iniziative siano state assunte dalla Regione per tutelare i lavoratori molisani ed il settore strategico per la crescita e la competitività della Regione; in quale modo la Regione pensa di procedere per risolvere una questione di cruciale importanza per il Molise; infine, Micaela Fanelli e Vittorino Facciolla hanno sollecitato una celere risposta sulle ulteriori iniziative urgenti mirate alla salvaguardia delle professionalità e dei posti di lavoro intenda attuare utilizzando anche le opportunità offerte dai Fondi Europei, nazionali e regionali.
“Nonostante tutte le rassicurazioni e gli impegni assunti personalmente dal Presidente della Regione e dalla Giunta nei confronti dei lavoratori impiegati e del rilancio della filiera avicola, apprendiamo dai giornali che, ad oggi, dal MISE si registra un totale fallimento di tutti i piani messi in atto – hanno commentato Micaela Fanelli e Vittorino Facciolla, aggiungendo che – se non otterremo risposte celeri e soddisfacenti, proporremo immediatamente la convocazione di un Consiglio regionale monotematico (e chiederemo anche agli altri Consiglieri, di maggioranza e di minoranza, di sottoscrivere la nostra richiesta) deputato a comprendere lo stato di attuazione di altri sei mesi di cassa integrazione, ma soprattutto se e come si vuole rilanciare la filiera avicola, dopo la fumata nera di ieri al Ministero dello Sviluppo Economico, dove il gruppo Amadori ha contestato il bando per la vendita del secondo lotto dei beni dell’ex Arena, affermando di non voler più procedere alla costruzione del macello.
È questo il momento di agire e trovare soluzioni concrete e durevoli, anche attraverso l’utilizzo di risorse regionali, altrimenti ci troveremo di fronte ad un’altra emergenza occupazionale e sociale, che il Molise non può più permettersi”.