Buco di Bilancio nelle casse regionali e impossibilità di approvare il Bilancio di previsione: “Questo è il risultato di gestione di Toma e del centrodestra”
Che fosse una Regione sull’orlo della bancarotta era cosa nota.
Che fosse stata portata a questo punto critico da un tecnico dei Conti anche.
Ma che la Giunta di centrodestra, nel suo complesso, non avesse dato direttive su che cosa l’Ente regionale potesse spendere, in assenza di un bilancio preventivo approvato, lo dovevamo ancora vedere.
Sono corsi ai ripari, dicendo: Fermi tutti!
Infatti, “La gestione provvisoria è limitata all’assolvimento delle obbligazioni già assunte, delle obbligazioni derivanti da provvedimenti giurisdizionali esecutivi e di obblighi speciali tassativamente regolati dalla legge, al pagamento delle spese di personale, delle spese relative al finanziamento della sanità per le regioni, di residui passivi, di rate di mutuo, di canoni, imposte e tasse, ed, in particolare, limitata alle sole operazioni necessarie per evitare che siano arrecati danni patrimoniali certi e gravi all’ente.”
Solo bollette, quindi, stipendi al personale e poco altro, in cui non dovrebbe rientrare neanche l’attivazione delle consulenze fatte in questo periodo.
Pare ci sia maretta tra i corridoi regionali. Solo in questi giorni, dopo la delibera di giunta 60 dell’8 marzo scorso, si è avuta effettiva contezza della previsione contenuta nella richiamata delibera numero 20 del 30 gennaio e degli oltre 150 milioni di euro di disavanzo.Ma la domanda è d’obbligo: riuscirà questa Giunta ridotta ai minimi termini ad approvare il bilancio previsionale?
La risposta pare essere scontata: NO.
Mancano all’appello un bel pó di milioni, e pare che il MEF e le altre Regioni non vogliano autorizzare a spalmare, vista anche l’inaffidabilità dimostrata negli ultimi anni dalla Giunta.E allora si chiede al “Presidente dei disavanzi ripianati”. Come già fatto per le squadre di calcio “fallite”, Lotito & Co e qualche santo romano stanno provando a trovare una soluzione, con qualche emendamento che consenta di spalmare il debito per salvare la “straordinaria” gestione molisana.
E la risposta è altrettanto scontata: l’emendamento neanche passa, bocciato prima di nascere.
È proprio la filiera del centrodestra ad aver fallito. O dovremmo dire, la “fiera del centrodestra”?